Cronistoria del Corpo Musicale di Grandola

Dal fervore degli anni ’30 alle difficoltà del dopoguerra, la storia della Banda Musicale di Grandola è un viaggio attraverso decenni di musica, passione e cambiamenti. Scopri le vicende di un gruppo che ha unito generazioni e lasciato un segno indelebile nella comunità grandolese.

La storia della Banda Musicale di Grandola è il racconto di una passione che ha attraversato generazioni, intrecciandosi con le vicende del territorio e della sua gente. Nata nel 1932 grazie all’entusiasmo di Luigi Gandola, la banda ha vissuto momenti di grande slancio, superando difficoltà economiche, la Seconda Guerra Mondiale e i cambiamenti sociali che hanno segnato il Novecento.

Tra tradizione e rinnovamento, l’impegno dei maestri e dei musicisti ha permesso al Corpo Musicale di accompagnare la vita della comunità con le sue melodie, simbolo di aggregazione e identità culturale. Tuttavia, nel 1986, la banda cessa definitivamente le attività, lasciando un’eredità importante, oggi custodita nel Museo Val Sanagra di Villa Camozzi.

Questa storia non è solo il racconto di un gruppo musicale, ma il riflesso di una comunità che, tra entusiasmi e difficoltà, ha sempre cercato di dare voce alla propria cultura attraverso la musica.

Millenovecentotrenta: sono anni di sentito agonismo. Decennio nel quale l’Italia si cimenta in innumerevoli campi: le leggendarie trasvolate atlantiche, i campionati mondiali dello sport, nonché iniziative di varia sorte, tutto ciò si irradia dal centro alla periferia.

In questo ambito a Grandola ed Uniti, nel 1932 viene fondato il Corpo Musicale. Ne è mentore “el Lüisin” Luigi Gandola, il Maestro, dalla personalità accattivante, raduna una ottantina di giovani desiderosi di dare “corpo” alla Banda musicale.

Si dà corso alle prime lezioni ma, come spesso accade, hanno inizio anche le prime difficoltà. Oddio, si tratta di normalità fisiologiche a tale proposito si ricordano alcuni simpatici aneddoti inerenti, anche, al problema finanziario.

Sembra che qualche bello spirito abbia fatto leva sull’emulazione tra due “personalità paesane”: il medico, dottor Raffo e il podestà Gian Giacomo Corti. Se il primo offre un notevole importo il secondo, per non essere da meno, eguaglia.

I bandisti, superato il normale apprendimento musicale vorrebbero cimentarsi in “piazza” ma, non ci sono gli strumenti. El Lüisin, sagace bellagino, sa che la “Banda del Börgg” dispone di vecchi strumenti che è ben disposta a cedere alla nascente Società Musicale di Grandola. Gli strumenti bellagini sono la prima dotazione dei nuovi musicanti grandolesi.

Il primo gennaio 1933 per le contrade del paese si partecipa al primo debutto con cordiali scambi di simboli beneauguranti, con podestà in testa.

Anche la Banda e la sua musica da spunto alla “italica diversità”. Sembra, così si dice, che il molto reverendo signor Prevosto don Clemente Sala, non sia d’avviso alla partecipazione bandistica durante le varie funzioni religiose, o, comunque consiglia con paterna fermezza i pezzi che s’han da suonare.
Il nostro Lüisin, che intende arrivare allo scopo, trascrive e arrangia con chitarra le arie che s’accordano con i desiderata del Prevosto. Eureka!

La Banda esegue pezzi profani e religiosi secondo gli eventi. Bel successo: la musica supera ogni ostacolo, vince e allieta.

Sono trascorsi, a fasi alterne, una diecina d’anni e, purtroppo il 1942 è data infausta e tragica.
Il conflitto comporta il richiamo alle armi anche dei componenti. La “Banda”, è privata dei suoi uomini, attende muta idonei tempi.

Conseguita la pace, il Corpo Musicale riprende il proprio esercizio nel 1947 la sua attività e messa in forse sulla fine degli anni cinquanta.
Questa volta è la carenza di lavoro che obbliga i giovani e i meno giovani a cercare lavoro altrove ed in speciale misura all’estero.

Durante il decennio Sessanta si avverte un miglioramento occupazionale nel distretto provinciale ed anche, nel vicino Ticino.
La nostra Banda sente il bisogno di “farsi sentire”, ma a parte non poche incertezze logistiche il guaio più grande è il Maestro. La salute del Lüisin non è più “buona”. L’uomo simbolo non può essere disponibile.

Sappiamo che le vie della Provvidenza sono e restano infinite. Così un altro grandolese Giuseppe Selva, non dimentico dell’insegnamento tenace del Lüisin, si fa carico di rivitalizzare la nostra Banda.
Il Beppe è determinato nel dare corso al suo programma. Si devono sostituire elementi che per vari motivi avevano dato forfait. Da corso a una scuola di musica che, con gli anni, sfornerà nuovi gagliardi elementi.

Non da ultimo, anzi, l’apporto tangibile del nuovo “Presidente” commendator Michele Lino Guaita.
Rincuorando lo spirito e la disponibilità pecuniaria, la “Banda” conquista successi ed è presente in ogni manifestazione del paese con le sue godibili arie popolari o, le classiche Sinfonie tanto appaganti musicalmente per i nostri concittadini.

E siamo al 1978 anni non proprio confortanti. Emergono screzi di natura varia prima tra gli altri: mancanza di volontà innovativa primo elemento per il ben procedere e migliorare, disattenzione tra i soci, gli allievi poiché, questi ultimi, disertano la scuola e l’attività bandistica. A causa di ciò, il 1980 è l’anno della quasi totale chiusura.

Durante l’anno 1981 un gruppo di “amici” mette in atto un coraggioso tentativo di rinascita.
Raggruppano una ventina di elementi. Si cerca, con rinnovato spirito, la soluzione ai non pochi problemi.

L’anno seguente la “Banda” è nuova realtà affidata a Luigi Tenca, purtroppo, per impegni di lavoro, l’attuale “maestro“ abbandona il podio. Subentra, alla direzione, Franco Marchese, un apprezzato clarinettista e sassofonista.
Lo stesso organizza col supporto di Dario Orizzonte, un corso scolastico per gli allievi musicanti.

Sembra riaccendersi una sopita passione tra le giovani leve ma, pare una ricorrente nemesi, anche questa ripresa non è altrimenti che un fuoco fatuo. Diserzione dalle prove, vani risultano buon esempio e richiami da parte del Maestro che dal direttivo, quando manca la volontà ogni sforzo risulta immane. Il 1986 è l’anno della fine.

I rappresentanti del Corpo Musicale di Grandola, consegnano al Sindaco Natale Butti i beni e gli strumenti appartenenti al “corpo” che per anni rappresentò una autentica popolare cultura di questo Comune Comasco.
Attualmente gli storici strumenti hanno trovato degna accoglienza presso le sale del Museo Val Sanagra, con sede a Villa Camozzi.

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