Luigi Camozzi

Eroe delle battaglie napoleoniche e protagonista del Risorgimento, Luigi Camozzi dedicò la sua vita alla patria con coraggio e onore. Scopri la storia di un ufficiale d’artiglieria che lasciò un segno indelebile nella storia lombarda.

Estratto da “Cenno biografico e necrologico del cav. Carlo Luigi Camozzi, maggiore d’artiglieria edito a Como – Tip. prov. Felice Ostinelli – 1885”.

Da Carlo Antonio e da Maria Caterina Bertelli nacque egli in Gottro, Mandamento di Porlezza, a di 24 luglio 1786. Fece i primi studi a Como sotto la direzione del padre Gaggi, orgoglioso di lui siccome d’altro dè migliori suoi allievi; quindi passò alla Università di Pavia, e si applicò alle matematiche. Lo spirito guerresco dei tempi scosse le fibre del giovane studente, il quale nella primavera del 1805 si ascrisse volontario nell’Artiglieria del Reggimento Veliti Reali.

A quei giorni entrare nelle armate equivaleva a schierarsi sul campo di battaglia, ed il Bravo Camozzi corse giulivo al suo posto d’onore, e di là segnalossi ben presto siccome prode fra i prodi. Per la qual cosa venne promosso ad Aiutante maggiore nell’artiglieria della Guardia reale italiana. 
Con questo egli passò in Dalmazia, ove il 29 settembre 1806 partecipò al combattimento di Castelnuovo, nel quale il Generale Marmont con due soli battaglioni della Guardia suddetta, battè e fugò un corpo di ben diecimila uomini tra Moscoviti e Montenegrini, appoggiato da parecchie scialuppe cannoniere russe.

Il Camozzi con una sola sezione di Artiglieria seppe far tacere le cannonerie russe e rimandarle assai malconce, così che contribuì molto efficacemente alla splendida vittoria. Questo fatto onorevolissimo pel nostro cittadino ricordando così il Zanoli nella Storia delle Milizia cisalpina italiana, come il Bertolini nelle pagine in cui narra la sua prigionia in Russia.

Tutte le guerre che da quell’epoca fino alla caduta del colosso napoleonico furono combattute dalle armate italiane aggiogate al carro della Francia, videro il Camozzi sempre fra i primi.
Il dire di tutti i fatti d’armi in cui egli acquistò lode e onore è impossibile a noi, che dobbiamo appagarci a rammentare come Bonaparte sullo stesso campo di battaglia creò il Camozzi Cavaliere della Legion d’Onore da prima e della Corona Ferrea da poi, e loro proclamò “uno dei più distinti Capitani dell’armata“.

Non possiamo però esimerci dal rammentare la parte gloriosa che ebbe questo illustre nostro conterraneo nella memorabile campagna di Russia. Infatti, il 6 agosto 1812 alla battaglia di di Witebsk sulle sponde della Dvina, il Capitano Camozzi sostenne agli avamposti l’urto d’una grossa colonna nemica, e la obbligò a precipitosa fuga.
Alla battaglia di Smolensko, emulò nobilmente la rinomata artiglieria witemberghese, portando la disfatta nelle file moscovite; ed alla titanica battaglia datasi il 7 settembre 1812 sulle rive della Moscova cooperò assai validamente all’attacco d’un gran ridotto difeso da ben 70 cannoni e da un grosso nerbo di truppe, e cos’, fatta possibile le presa di quella formidabile posizione, fu decisa ed assicurata la strepitosa vittoria.

Nella disastrosa ritirata che susseguì a quei grandi fatti d’armi “il valoroso Camozzi“, dice il Bertolini, “fu sempre superiore ad ogni encomio per la sua intelligenza, e per le sue belle prove di coraggio e maestria nel dirigere le sue artiglieria“. E singolarmente si distinse in occasione del memorando passaggio della Beresina, quando tenne in rispetto per una intera giornata le orde cosacche, e diè modo di salvare l’artiglieria della Guardia reale, e migliaia e migliaia di vite.
Negli anni successivi allo spaventoso disastro della ritirata di Russia, il Capitano Camozzi militò sempre fra le valorose schiere italiane che versarono a torrenti il loro sangue nelle ultime convulsioni fra cui agitavasi il prepotente fondatore del primo impero.

Duole che i limiti imposti a questo scritto dalla stessa sua natura non concedano di ricordare tutti i fatti bastevoli a tesserare attorno al nome di Camozzi una corona di gloria imperitura. Colle seguenti parole del Bertolini, quindi chiudiamo il rapido cenno sulla vita militare del nostro concittadino. “Se ad una ad una, dice egli, numerar volessi le replicate prove di valore del nostro bravo compagno d’armi, occupar dovrei non pagine, ma volumi, e per encomiare degnamente il merito del prode Capitano Cavaliere Luigi Camozzi farebbe d’uopo non la debole mia penna, ma bensì quella di un Plutarco, o di un Tito Livio“.

La restaurazione del dominio austriaco nella Lombardia e lo scioglimento dell’esercito Italiano coperto di cotanta gloria, determinarono il Camozzi, elevato di grado di Maggiore d’Artiglieria, a ritirarsi dal servizio militare, e nulla valse ed indurlo a vestire la divisa di quel nemico che egli tante volte aveva combattuto e vinto. Al che inducevalo eziandio l’amore vivissimo che egli portava alla sua parta sventurata; per la qual cosa di buon patriota preferì ritirarsi nel silenzio della vita privata, ed ivi fra le mura domestiche serbò intemerata la sua fede, e continuò il suo culto alla virtù.

Infatti, accasatosi con  egregia  donna,  colla  signora Teresa  Salvioni,  nelle pure gioie della famiglia e nell’esercizio costante della pietà e della carità egli cercò e rinvenne  un  compenso alle  forti emozioni delle  battaglie, alle  generose ambizioni  del  guerriero, alle  nobili  seduzioni della gloria. Praticò sempre il bene per il bene, e concentrò ne’ suoi più cari tutto il tesoro dei suoi affetti,  rifuggendo da cariche e da onorificenze, a cui la rettitudine dell’animo e la integrità del carattere il  chiamarono più  d’una  volta. 

Ma allorquando nel 1848 fra le  terre  lombardo-venete  risuonò  il  grido  della  riscossa,  il prode veterano  sentì  vibrare  ogni  fibra  del  suo  cuore,  e tra  i  primi  accorse  ad  offrire  mente e  braccio  alla patria  ridesta.  Nelle  cinque  storiche  giornate  del marzo  di  queir  anno,  il Maggiore  Camozzi  fu  instancabile alle  barricate  e  sulle  mura,  e  cooperò  attivamente procacciare  da  prima  la  resa  dei  mille settecento  uomini  di  truppe  austriache  presidianti la nostra  Como,  e  da  poi  nel  costringere  alla consegna  della  bandiera  del  reggimento Prohaska, bandiera  che,  per  cessione  del  Municipio,  oggi  nella reale  Galleria  delle  Armi  in Torino  ricorda  la splendida  vittoria  riportata  dal  popolo  comense. 

In  seguito  a  tali  fatti  il  Governo  provvisorio  di Como  con  Decreto  5  marzo  1848  nominò  il  Camozzi Presidente  del  Comitato  di  Guerra,  trasformato  poi  in Commissione  per l’Armamento e la Difesa della Patria. Con attività distinta e con particolare  sagacia  egli disimpegnò  le  gravi  incombenze  affidategli, per cui il Governo italiano gli testimoniò  la  nazionale riconoscenza  quando  nel  1861  lo  autorizzò  a  vestire  l’onorata  uniforme  di  Maggiore  d’Artiglieria,  e  nel 1834  gli  conferì  le  insegne  di  Cavaliere  dell’Ordine Mauriziano

Tale fu l’uomo che la Città nostra perdette or non è  molto, e  la  intera  cittadinanza trovossi  unanime nello  attestare in modo solenne e l’universale dolore  per  la  perdita  irreparabile  e  la  molta devozione professata  all’illustre  estinto. Se le splendide gesta  della  sua  vita  militare  destarono  l’ammirazione de’ suoi contemporanei e de’ suoi  prodi commilitoni, e vennero  scritte a caratteri  d’  oro  nelle pagine  gloriose di quei tempi eroici, le  sue  virtù private e cittadine  impressero  il  nome  di  lui  ben profondamente  nell’animo dei suoi  conterranei.  I quali, nel mentre si gloriano d’averlo avuto concittadino, né possono né devono dimenticare i preziosi esempi che ebbero da lui. 

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