La Fornace Galli rappresenta forse l’esempio più significativo – e certamente il meglio conservato – di archeologia pre-industriale nella Val Sanagra.
Dopo un attento restauro, è tornata a vivere come spazio museale e didattico. Visitandola, è possibile scoprire da vicino com’era organizzata un’autentica fabbrica di mattoni di fine Ottocento, dove l’argilla veniva trasformata in manufatti attraverso il fuoco, il sudore e l’abilità dei fornaciai.
La Fornace è aperta al pubblico ed è visitabile con visite guidate.
Nel corpo principale si conserva ancora il forno originario, funzionante a legna o carbone, con i due canali inferiori dove venivano caricate le fascine per l’accensione. I pannelli illustrano come i mattoni venivano impilati con precisione e cotti lentamente, regolando il calore per non superare i 1000 gradi.
Negli spazi su due livelli si trovano oggi sezioni espositive e apparati didattici che raccontano la storia della fornace, le fasi del restauro e il suo futuro come centro educativo.
Accanto all’edificio principale sorge la “sala macchine”, un secondo fabbricato restaurato in modo conservativo, dove si trovano attrezzi originali, stampi, strumenti di lavorazione e la zona di essiccazione dei mattoni.
Lo sfruttamento delle risorse naturali è sempre stato fondamentale per gli abitanti della valle, e la corrente del fiume costituiva la principale fonte di energia.
Le origini della fornace risalgono al Seicento, periodo in cui la vita del paese ruotava attorno all’attività produttiva dei mulini. Inizialmente di proprietà della famiglia Guaita, nel primo Ottocento passò prima a Gilardi e Colombi, poi alla famiglia Camozzi, originaria di Como. Nel 1846, Camozzi cedette la manifattura a Giacomo Guaita, la cui famiglia la mantenne per alcuni anni. Successivamente, nel 1858, il complesso venne acquistato da Francesco Selva, residente a Menaggio ma possidente a Grandola. Infine, nel 1875, la Fornace passò a una famiglia della Val Colla, in Svizzera: i Galli, da cui deriva l’attuale nome.
La fornace era un importante centro produttivo e i mattoni realizzati in Val Sanagra venivano utilizzati per la costruzione di numerosi edifici, sia nelle vicinanze che in località più distanti.
L’attività produttiva cessò in tempi relativamente recenti, pochi anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, quando lo sviluppo industriale della Penisola – soprattutto nella vicina Brianza – favorì la nascita di numerosi concorrenti con vantaggi tecnici e logistici difficilmente superabili.
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