Alpe Leveja - Val Sanagra

Dall'Alpe Logone all'Alpe Leveja

Questa bella escursione si sviluppa nella parte medio-alta del Parco della Val Sanagra e attraversa alcuni degli alpeggi più caratteristici della zona. Si parte in auto lungo la strada provinciale che collega Carlazzo a Cusino, in Val Cavargna. Da Cusino si imbocca la strada asfaltata per i Monti di Malè (è previsto un pedaggio) e dopo circa 10 minuti si raggiunge la località Salter, facilmente riconoscibile per il piccolo laghetto e i numerosi parcheggi disponibili.

Dal Salter, lasciato alle spalle il laghetto, si imbocca un sentiero che in pochi minuti porta all’interno del Parco della Val Sanagra e conduce all’Alpe di Logone, un alpeggio ancora oggi attivo, dove si producono burro e formagelle. Il paesaggio è incorniciato dai monti Pidaggia e Grona, da faggi secolari e dalla curiosa “pietra fungo”, un grosso masso dolomitico in equilibrio su una base più sottile, che pare sfidare la gravità.

Nei pressi di un cancelletto di legno si trova un edificio che racconta un pezzo di storia locale: agli inizi del Novecento era la mensa per gli operai che lavoravano nella vicina miniera di carbon fossile della Val Gariasca. Questa piccola valle, affluente del Sanagra, conserva un patrimonio geologico risalente a 310 milioni di anni fa, con importanti fossili vegetali visibili oggi al Museo Etnografico Naturalistico della Val Sanagra, presso il municipio di Grandola ed Uniti.

Giunti in vista del cancello in legno, si prende una deviazione segnalata a sinistra, che si inoltra nella faggeta lungo il confine del pascolo. Il sentiero prosegue a mezza costa sul versante ovest della valle, con leggere salite e discese, fino ad arrivare in circa 30 minuti all’Alpe Erba. Da qui si apre una splendida vista sulla parte media della valle, dominata dal Monte Grona.

Una curiosità: lungo questo tratto si attraversa un piccolo bosco di castagni, una sorta di “isola verde” all’interno della faggeta.

All’Alpe Erba si può osservare un forte contrasto geologico: le rocce chiare e spigolose della Dolomia si contrappongono ai rilievi più morbidi dei micascisti. Questo confine geologico è il segno di una faglia importante che attraversa la valle e arriva fino in Canton Ticino, legata alla formazione delle Alpi. Poco più a nord, nell’Alto Lario, passa anche la Linea Insubrica, una faglia che racconta la collisione tra la placca africana e quella europea.

Proseguendo il cammino, si raggiunge in circa un’ora il Poltrini d’Erba, una piccola malga usata in estate per la monticazione. In questa fascia altimetrica i boschi cambiano volto: la faggeta lascia spazio alle conifere, in particolare ai pecci e agli abeti rossi piantati in passato, ma anche a rari esemplari autoctoni come il pino mugo e l’abete bianco, che qui si associano naturalmente al faggio.

Si continua verso la cima del Monte Pizzone, da cui si comincia a intravedere la testata della valle. I boschi si diradano, lasciando spazio ai pascoli e a cespugli di ontano verde e rododendro. Chi ama osservare la fauna potrà avere fortuna: da queste parti vivono la coturnice, il gallo forcello, l’aquila reale (che nidifica sul Grona) e, più di recente, sono stati segnalati anche alcuni lupi.

Le acque del torrente Sanagra hanno origine proprio da queste montagne. Il substrato roccioso poco permeabile fa sì che lungo il percorso non manchino sorgenti, ruscelli e polle d’acqua.

Dalla vetta del Monte Pizzone, segnata da una croce in legno, si gode una vista spettacolare a 360 gradi su due valli ancora selvagge: la Val Sanagra e la Val Cavargna.

La discesa avviene in direzione dei Poltrini di Leveja e, seguendo il sentiero segnalato sotto l’alpeggio, si arriva in circa 30 minuti all’Alpe Leveja. Un tempo alpeggio, oggi è meta di escursionisti grazie anche alla presenza di un rifugio alpino, ristrutturato negli anni ’80 dai volontari di Grandola ed Uniti. Ogni luglio ospita la tradizionale festa degli Alpini.

Da qui inizia la parte più “selvaggia” del percorso. L’Alpe Leveja è un punto strategico per raggiungere altri alpeggi: l’Alpe Nesdale, Ballarona, Pisanera.

Si rientra lungo una strada agro-silvo-pastorale che, in circa mezz’ora, riporta all’Alpe Erba. Continuando lungo il tracciato si giunge in località Spin, dove la strada sterrata diventa asfaltata. Poco oltre, una seconda sterrata segnalata sulla destra (con sbarra) permette di chiudere l’anello, riportandoci al punto del cancelletto in legno incontrato all’andata. Da lì si rientra all’Alpe di Logone e infine ai Monti di Malè, completando uno splendido percorso ad anello nella parte alta della Val Sanagra.

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