L’Aquila Reale è uno dei rapaci più imponenti e riconoscibili, con una lunghezza compresa tra 76 e 93 cm, un’apertura alare di 190-240 cm e un peso che nelle femmine può raggiungere i 6,6 kg, mentre i maschi sono leggermente più piccoli. Il suo piumaggio è prevalentemente bruno, con riflessi dorati sulla testa e sulla nuca che le conferiscono il nome, mentre i giovani presentano macchie bianche su ali e coda che scompaiono con l’età. Vive in ambienti montani e rupestri, spesso tra i 1000 e i 3000 metri di altitudine, costruendo il nido su pareti rocciose inaccessibili o talvolta su grandi alberi.
È una cacciatrice formidabile, capace di catturare mammiferi come lepri, marmotte e piccoli ungulati, e durante i periodi di scarsità si nutre di carcasse. Monogama, forma coppie stabili che difendono ampi territori, utilizzando nidi multipli in rotazione. La deposizione delle uova avviene in primavera, con uno o due pulcini che raggiungono l’indipendenza dopo circa quattro mesi. L’aquila reale è un simbolo di potenza e libertà, e il suo ruolo ecologico è fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi montani, sebbene la sua sopravvivenza dipenda dalla tutela degli habitat naturali.
Si tratta di un esemplare adulto di aquila reale; l’uccello è conservato con le ali aperte e presenta segni evidenti di usura dovuta probabilmente alla precedente ubicazione. L’esemplare è stato ceduto al Museo di Grandola ed Uniti dall’Amministrazione provinciale di Como e risulta regolarmente denunciato dalla stessa.
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