Il Riccio Comune è un piccolo mammifero dal corpo compatto e rotondeggiante, con una lunghezza di circa 20-30 cm e un peso che varia dai 400 ai 1200 grammi. Il suo aspetto caratteristico è dato dalla presenza di aculei (che sono peli modificati), che ricoprono il dorso e la parte posteriore del corpo, fungendo da difesa contro i predatori. Il musello è lungo e appuntito, con un tartufo nero molto mobile, mentre la testa è piccola rispetto al corpo.
Il riccio ha un cranio allungato con un cervello relativamente piccolo, dove il senso predominante è l’olfatto. Il suo olfatto è molto sviluppato, grazie a un tartufo grosso e a canali olfattivi sempre umidi. Oltre all’olfatto, il riccio possiede un buon senso del tatto e può percepire suoni ad alte frequenze, il che lo aiuta nella ricerca di cibo. La sua vista, invece, è limitata, riuscendo a vedere a una distanza di circa 30 m di giorno e 12 m di notte. Le orecchie sono piccole e parzialmente nascoste dal pelo.
Il corpo del riccio è di forma tozza, con un muso appuntito e un dorso arrotondato. Le zampe sono corte e robuste, e il riccio ha 5 dita su ciascun piede, con unghie appuntite che gli permettono di scavare facilmente e di muoversi agilmente. Le sue impronte sono facilmente distinguibili tra zampe anteriori e zampe posteriori.
Gli aculei del riccio sono una delle sue principali caratteristiche distintive. Ogni riccio può avere fino a 6000 aculei distribuiti lungo il dorso e sui fianchi. Questi aculei variano di colore durante l’anno: in inverno diventano più marroni e in estate più chiari. Gli aculei sono cavi e appuntiti, con una struttura flessibile che consente di assorbire urti. Quando il riccio è minacciato o eccitato, i muscoli alla base degli aculei si contraggono, erigendoli e creando una barriera protettiva.
Il pelo del riccio è generalmente di colore grigio-beige, ma cambia colore a seconda della stagione. Nelle aree senza aculei, come il muso, le orecchie, le zampe e il naso, la pelle è di colore nero.
Il riccio è principalmente notturno e si nutre di insetti, lumache, vermi, piccoli frutti e radici. Durante l’autunno, entra in letargo, che può durare fino alla primavera successiva, rifugiandosi in tane o sottoterra. Questo comportamento lo aiuta a sopravvivere ai rigidi inverni, poiché è un animale incapace di accumulare grandi quantità di grasso corporeo.
Esemplare tassidermizzato su supporto rigido artificiale; buono lo stato di conservazione. È conservato nel diorama della bassa valle del museo.
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